Sono pochi i locali che riflettono così pienamente la personalità di chi li ha pensati e ci lavora. La Tavernetta ha il privilegio di essere uno di questi.
Il nostro è un ristorante nel quale ricerca della tipicità e la salvaguardia dei prodotti artigianali si fondono per riuscire a proporre al meglio i piatti dell’antica tradizione napoletana e regionale. Il nostro obiettivo è duplice: offrire a coloro che ne hanno memoria i piatti della cucina classica partenopea ed avvicinare per la prima volta ai medesimi sapori quanti, giovani soprattutto, con quelle preparazioni non hanno alcuna familiarità. In questa missione un ruolo di prima importanza è quello affidato alle materie prime, la cui ricerca è il punto di partenza di ogni piatto.
La nostra ambizione è quella di proporre pietanze che, sia singolarmente, sia considerate nel loro insieme, rappresentino un invito al degustare attento e meditato.
Per noi un buon pasto non dipende solo dal buon cibo. Ecco perché alla Tavernetta non troverete mai confusione né musica ad alto volume, ma un atmosfera calda e rilassante, secondo i desideri dei proprietari, attenti alla qualità e con un grande amore per i dettagli.
L’Italia è da sempre uno dei principali produttori di vino nel mondo. L’orientamento alla qualità, però, tranne rare eccezioni, è un fenomeno relativamente recente.
Oggi il nostro Paese si distingue per il livello di assoluta eccellenza raggiunta da gran parte dei suoi vini, sia rossi che bianchi, senza dimenticare gli straordinari vini dolci, con unanimi consensi anche a livello internazionale. Non a caso vini quali l’Amarone, il Barbaresco, il Barolo, il Brunello di Montalcino, il Chianti, sono il simbolo della produzione vitivinicola nazionale del mondo.
In questo contesto, da pochi anni le regioni del Mezzogiorno si stanno caratterizzando come nuova frontiera dell’enologia che punta alla qualità. I vini del sud sono i protagonisti di un vero e propio rinascimento e oggi insieme alla nostra gastronomia sono gli ambasciatori dell’Italia nel Mondo.
Il segreto di Aglianico del Vulture, Taurasi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, ma anche di nero d’Avola, Gaglioppo, Primitivo, Negroamaro e Cannau, è tutto racchiuso nell’autenticità e nella tipicità dei vini che se ne ricavano.
In definitiva si tratta di riscoprire quel patrimonio di vitigni autoctoni che conferiscono unicità al vino, specchio di un territorio e della sua cultura. Dunque, un vino che non sia l’effimero riflesso di mode passeggere ma l’autentico prodotto di una terra e delle sue tradizioni. Tradizioni intese in chiave moderna, come recupero di contenuti, storia e cultura gastronomica, ma non come ripetizione di vecchie modalità di produzione. |